Vorrei spendere due parole due per Volunia.
Ieri pomeriggio c’è stata la presentazione del progetto Volunia presso l’Aula Magna dell’Università di Padova. Non c’è che dire, proprio una bella sede. In netto contrasto con le sedi moderne e multifunzionali delle giovani startup americane. Poteva essere un punto di forza. Non lo è stato.
I problemi tecnici che hanno afflitto l’inizio della presentazione con un proiettore che non si sapeva fosse spento (!!!!) testimoniano, qualora ce ne fosse bisogno, ancora una volta la vocazione poco imprenditoriale degli accademici italiani. E la loro poca cura per il dettaglio.
Facciamo una piccola digressione. Negli States la concorrenza nel campo dell’IT è a dir poco feroce. Ripeto feroce. Ogni giorno ti svegli con l’assillo di dover correre più veloce dei tuoi concorrenti perché se no muori. Ed in molti casi, morire equivale a perdere tutto quello che hai. Ti metti in gioco completamente. Ti affidi solo alle tue forze. Per questo motivo generazioni di imprenditori della SV hanno fallito e imparato che per fare breccia sulle persone o sugli investitori hai al massimo 10 minuti. Questo è il tempo che ti è concesso per mostrare un’idea, per stupire e mostrare quanto vali veramente.
Se in quei minuti non riesci a far breccia è probabile che in quello che presenti non ci creda neanche tu oppure l’idea non sia buona. Massimo Marchiori è riuscito nell’impresa di trasmettere entrambi. Ma partiamo dall’inizio.
Oltre al già citato disguido del video proiettore, per me già abbastanza per chiudere la scheda di Chrome, decido di dare fiducia e proseguire nella visione. Inizialmente, dopo 15 minuti di ritardo dei conferenzieri, comincio a sorbirmi un tremendo pippone da parte degli stessi, tutti sopra i 60, tra cui anche il sindaco di Padova, che con le solite parole e frasi di circostanza lodano il buon Marchiori, parlano un po’ della situazione difficile in Italia, come se nessuno fosse mai responsabile di nulla e dopo una bella decina di minuti riesce a prendere la parola l’oratore principale, che non si sa per quale motivo, è stato messo al lato sinistro della scrivania, quasi fosse in disparte e quasi il suo intervento fosse superfluo.
Marchiori parla di anteprima mondiale. A Padova, e vabbè, siamo italiani..ma in italiano? Sì avete sentito bene, un’anteprima in italiano. Di un prodotto che, a sua detta, è indirizzato ad un pubblico mondiale. Neanche uno scemo da qualche parte che scrive qualche sottotitolo o che nel frattempo twitta, che ne so..niente. Se non sei italiano, mi spiace ma questo Volunia non fa per te.
E vabbè, dovevano fare contenti gli astanti, dovevano compiacere gli ospiti magari i giornalisti italiani non capiscono l’inglese e quindi perché scontentare una trentina di persone per raggiungerne qualche miliardo? Mi sembra giusto no?
Andiamo avanti. Marchiori s’è preparato proprio una bella lezioncina, farcita di “eee”, “ehm”, “uh”, “ah”. Userà il paragone delle galline. Le galline non possono volare, si sa.Noi le faremo volare con Volunia. Ma se non possono volare? Mi sa che il paragone non è proprio così calzante. Il discorso non fluisce certo senza intoppi come si addice ad un’anteprima mondiale. Anzi le parole non sono incisive e determinate, ma le frasi sono colme di “se volete”, “se mai utilizzerete” et similia. Non ha granché senso se vuoi vendere una cosa che deve sfidare Google. Dal punto di vista della comunicazione, posso affermare senza tema di smentita che la presentazione ha fatto schifo. Mi dispiace dirlo. Ma è quello che ho provato. Un po’ di schifo, misto a commiserazione. Ok, lo so che hai lavorato due anni tutti i giorni 15 ore, ma purtroppo se me lo presenti così, caro mio, io una seconda possibilità non te la do.
Quando da studente arrivi all’esame impreparato, magari hai studiato tanto, notti intere, ma poi non riesci a spiccicare parola col professore perché non hai ripetuto oppure perché non sei convinto di ciò che dici o ancora perché non riesci a giustificare le tue asserzioni in maniera convincente, l’esame non lo passi. E l’unico con cui prendertela è te stesso. Magari agli amici dici che il prof. è stato bastardo, ma in cuor tuo lo sai bene.
Ecco, Marchiori è riuscito a fare autogol senza neanche un contradditorio.
Parliamo ora di ciò che riguarda l’idea in sé. Un motore di ricerca deve cercare, sì, siamo tutti d’accordo. L’unica ricerca che ho visto è stata sul sito della NASA. Bene, Marchiori dice che non è possibile avere tutti i siti indicizzati a questo livello di sviluppo. Ok, andiamo avanti. Le funzionalità del motore di ricerca, che nella sua interfaccia sembra più che altro una toolbar, ma ne parliamo dopo, sono le seguenti: la mappa, la funzionalità social e il “volo” sulle risorse audio, video.
Giusto? Mi sembra di non dimenticare nulla.
Quindi, diciamo che anche da questo punto di vista il tutto lascia molto a desiderare. Una mappa del sito in visuale 2D isometrica, che viene creata a partire dalla mappa del sito con delle casette e dei giardini confinati. Carino graficamente (puoi anche scegliere i temi diversi), ma totalmente inutile. Non mi serve, i siti grossi come NASA hanno già un loro sitemap. Potrebbe bastare un plugin per Firefox. Chi vuole se lo installa. Fine. Non più che un esercizio di stile. Non una feature irrinunciabile. Vabbè andiamo avanti.
La funzionalità social. Ah. Cioè posso vedere in qualsiasi momento chi sta frequentando la pagina e chattare con ognuno di essi. La mia toolbar blu si riempie di facce che corrispondono alle persone con cui posso chattare in quel momento. E posso, inoltre, chiedere l’amicizia in base ai miei interessi in comune, oppure chiedere l’amicizia generica. Questa potrebbe essere anche una feature abbastanza carina, e sarò curioso di vedere quanto effettivamente l’interazione sia differente dagli altri social network. Ma di sicuro non tanto da strapparmi le vesti.
Graficamente, infine, il sito ha un aspetto molto poco moderno, il logo, è già stato ricordato in altre occasioni, ricorda quello di TuiFly. Per adesso tutti gli screen che ho visto non sono all’altezza di un prodotto moderno. E qua, due parole non me le leva nessuno.
In Italia, stranamente, si pensa che l’aspetto grafico e l’UX sia qualcosa di lontano, remoto, inutile. Che la cosa più importante sia, altresì, la funzionalità intrinseca e il motore. Nulla di più sbagliato, purtroppo. Ci si gioca tutto qua. In questo campo. Quindi, per favore, pagate bene qualche grafico e qualche UX designer e mettetevi a posto l’interfaccia che non si può vedere.
Inutile fare i disfattisti o cercare di mettere il bastone tra le ruote a questo manipolo di coraggiosi, ma se questo è lo stato dell’arte del settore IT in Italia allora siamo proprio messi male. In bocca al lupo.
P.S. Pare che il progetto sia costato otre due milioni di euro. Alla faccia. Non si poteva cominciare con un Kickstart?