Jobs: io l’ho visto

Jobs Il filmIeri sera ho visto Jobs. Sì, quel film con Ashton Kutcher. E vorrei parlarvi delle mie impressioni. In fondo si può dire che il film sia carino. Certo non un capolavoro. Ma decente. La parte iniziale è ambientata nel 2001. Il protagonista assomiglia in maniera accettabile al vero protagonista la cui faccia è ancora stampata in maniera indelebile nella nostra memoria.

Tutto il resto del film è ambientato in un lasso di tempo compreso tra il il 1971 ed il 1996.
E lì la scelta dell’attore si rivela in tutta la sua pertinenza. Kutcher è letteralmente uguale  a Jobs da giovane, lo sguardo e il modo di gesticolare sono davvero ben studiati. Solo la camminata è troppo scimmiottata e risulta davvero molto innaturale. Quasi da menomato.

Per il resto il film scorre tranquillo con qualche inesattezza di troppo (ad esempio Woz lascia l’azienda secondo me in momento successivo rispetto alla storia reale) e qualche personaggio messo lì dal nulla che non si capisce che funzione abbia (a meno che non si conosca la storia). Sono questioni che non sono fondamentali per la storia in sé ma che solo un appassionato, un geek, probabilmente conosce nei dettagli, quindi credo che per il grande pubblico vada bene così.

Tralasciamo la decisione di sorvolare sul Jobs moderno. Quello degli iPhone, iPod e iPad. Quella parte è la più conosciuta e forse anche la meno appassionante da un punto di vista narrativo. Concordo con la scelta del regista. La critica che volendo, da appassionato d’informatica, potrei muovere alla pellicola è quello di aver tralasciato alcune parti della vista a mio parere cruciali. Come l’innovazione l’uso della prima interfaccia grafica, l’uso del mouse. Il rapporto con Bill Gates viene trattato con troppa leggerezza, con una sola telefonata.

Nel complesso il film è godibile, basta guardarlo con gli occhi dell’uomo della strada. Non è un film per appassionati, per geek, il suo target è differente. Il film sicuramente un bello spaccato della vitalità delle aziende nella Silicon Valley degli anni ’70 quando grossi nomi come l’Atari di Bushnell, l’Intel di Moore e di Noyce e la mitica Hewlett-Packard dove Woz lavorava durante l’estate. Una vitalità che, forse e con le dovute differenze, ritroviamo ancora oggi in nomi come Airbnb, Instagram, Pinterest, FourSquare e in un’area che ormai non è solo la Valley, ma che si è estesa a tutta la Bay, San Francisco compresa.

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