Android Studio 1.0: Installazione e troubleshooting su Yosemite

Android Studio

Tempo di cottura: 30 min.
Ingredienti:

Google ha recentemente fatto uscire dalla fase di beta il proprio nuovo pupillo che sostituisce ADT (Android Development Toolkit) per lo sviluppo delle app native su piattaforma Android: Android Studio.

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Jobs: io l’ho visto

Jobs Il filmIeri sera ho visto Jobs. Sì, quel film con Ashton Kutcher. E vorrei parlarvi delle mie impressioni. In fondo si può dire che il film sia carino. Certo non un capolavoro. Ma decente. La parte iniziale è ambientata nel 2001. Il protagonista assomiglia in maniera accettabile al vero protagonista la cui faccia è ancora stampata in maniera indelebile nella nostra memoria.

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iOS 7 e la penuria di ingegneri

John Gruber di Daring Fireball è uno che c’azzecca. È molto ben inserito nell’ambiente e ha varie conoscenze nei meandri di Cupertino. Di solito non credo molto ai rumors, ma quando parla lui o il NYT assieme ad altri quattro o cinque, vale la pena sentire cosa dicono.

iOS7Qualche giorno fa ha scritto che lo sviluppo di iOS 7, stando a quanto si dice da un thread su Branch è in ritardo tanto è vero che alcuni ingegneri che si occupano dello sviluppo di OS X sono stati dirottati su iOS. La cosa non è nuova per Apple.

Già nel 2007 (quando si chiamava ancora iPhone OS, prima che Apple chiedesse, e ottenesse, la licenza del nome iOS da Cisco Systems) si era verificata una cosa simile e molti ingegneri in capo allo sviluppo di MacOS X 10.5 Leopard erano stati assorbiti dal team iPhone. Tanto è vero che l’uscita di Leopard era stata ritardata ad Ottobre.

Ma era il 2007. Apple non aveva ancora venduto tutti questi iCosi. iOS non aveva tutto l’ecosistema delle app e c’era ancora Forstall ( 😀 ). Oggi le cose sono ben diverse e le cose sono due:

  • O Apple non ha imparato le lezioni del passato 
  • O Apple è ancora in subbuglio dopo la cacciata di Forstall e Jony Ive è un disastro come capo della HI (Human Interface)
  • O Apple vuole mantenere l’asseto da startup continuando a destinare poche eccellenti risorse ai progetti di punta, con la filosofia che tutti devono sapere fare tutto (Jobs la pensava così)

In ogni caso, se il probabile ritardo di iOS 7 fosse dipeso da quest’ultima ipotesi credo che si tratterebbe di un caso ridicolo e francamente ingiustificabile.
Come è possibile che un’azienda che ha in iOS il suo fiore all’occhiello non sia strutturata per avanzamenti di versione regolari per tenere il passo alla concorrenza?

Questa scusa della mobilità interna a favore di una più snella organizzazione del lavoro non ha più senso.  Non ne ha perché hanno venduto 500M di unità con iOS e 75M solo nell’ultimo quarter.

Assumete qualcuno in più. Siete Apple, manco la Piccola Fabbrica delle App™, ecchecazzo..vabbé io vado ad accandere il mio Nexus 7. Buonanotte.

Apple did it again

Photo courtesy by The Verge

Raramente mi capita di commentare ciò che succede nel mondo Apple…ma stavolta devo ammettere che il nuovo MacBook Pro retina display mi ha veramente sorpreso.

Dopo la dipartita del povero Steve (di cui potete leggere l’elogio funebre qui) per qualche tempo ho iniziato a pensare seriamente che l’azienda di Cupertino stesse cominciando a comportarsi esattamente come i suoi concorrenti, nella fattispecie Google per il mobile e tutto il resto del mondo (ma forse Samsung su tutte) per ciò che concerne l’hardware.

Infatti l’eccessiva rincorsa alla prestazione si è incarnata sia nell’iPhone 4S che nel “nuovo” iPad che effettivamente è quello che più conferma questa teoria, e che, a parte il display retina, ha veramente meno senso di esistere.

Lasciando perdere il prezzo, che al cambio $/€ è ancora più preoccupante, il nuovo MacBook Pro è quello che noi, utenti un po’ smaliziati abbiamo sempre desiderato. È fine come un MacBook Air di cui abbiamo sempre invidiato il form factor, ma è potente come un MacPro (a proposito che buffonata è questa?) e, mio Dio!, ha un display da urlo.

Il sistema di ventilazione è abbastanza moderno e molto ben congegnato e permetterà di sicuro di evitare quell’effetto scaldino Imetec, tanto caro ai portatili Apple già dai tempi del PowerBook (soprattutto in vista dell’arrivo della stagione calda).

I 4 core sono della serie Ivy Bridge com bassi consumi e ottime prestazioni soprattutto grazie al Turbo Boost (quello di Supercar per intenderci), fanno il paio con una generosa dotazione di RAM a 1600MHz (…e finalmente…) e totale assenza di parti meccaniche che lo rendono decisamente più leggero e più efficiente in termini di consumi energetici, oltre che in termini di affidabilità. Due parole sulla scheda grafica, che Apple affida nuovamente ad NVIDIA la quale le fornisce una brillante GeForce 650M con 1GB RAM GDDR5 con 384 Cuda Cores e supporto per OpenGL 4.1.

Concludono le specifiche tecniche la memoria Flash da 256GB espandibile sino a 768GB che ha già dato ottime prestazioni su MacBook Air decisamente un altro pianeta in termini di prestazioni e velocità di avvio nonché di wake-up. Infine Apple si è finalmente data una mossa ed ha inserito due porte Thunderbold e due USB 3.0 (finalmente, non capisco cosa si stesse aspettando) e lettore smart card. Ovviamente niente drive DVD, ma who cares?

Ma la cosa che impressiona di più di questa macchina è chiaramente il display capace di una risoluzione di 2880×1800 pixel. Apple dice che sono 3 milioni di pixel in più del vostro televisore in Full HD ed ha ragione. Il sottile strato di vetro è incollato direttamente al display e ne evita l’eccessivo riflesso.

Non immagino cosa deve essere lavorare con una simile meraviglia per gli occhi. le applicazioni già ottimizzate sono sicuramente Safari e iPhoto e sono curioso di vedere come si comporta il sistema operativo.

Insomma Apple lo ha fatto di nuovo. Evidentemente ha dimostrato di saper ancora innovare e primeggiare anche in un settore che sembrava aver trascurato e che teneva ancora in vita a colpi di sporadici speed bump, come quello dei notebook.

Infine, questa innovazione apre la strada ad una nuova generazione di iMac, MacBook Air e chi più ne ha più ne metta che ci consentiranno di muoverci in terreni finora inesplorati come il gaming ad altissime risoluzioni (Diablo III cosa dev’esssere) , montaggio video in full HD ad 1:1 e fotoritocco estremo..

Pro

  • Design
  • Risoluzione Stratosferica
  • Caratteristiche tecniche ineccepibili
  • Ideale sia per il gaming che per il montaggio
  • Durata batteria
  • 2 Thunderbold e 2 USB3.0

Cons

  • Prezzo incommensurabile
  • Cambio dollaro euro non consono
  • Magsafe 2 (adattatore € 10,00)
  • Manca la porta Ethernet (adattore €29,00)
Prezzo:
€ 2299,00 per il modello a 2.3GHz
€ 2929,00 per il modello a 2.6GHz e 512GB HDD

beBold è finalmente disponibile!

 

Oramai non ci speravo più.

Erano passati più di 5 mesi dal 27 Maggio quando io, con una serie di altri personaggi nerd quanto me, ci siamo dati appuntamento al primo CocoaHeads italiano in quel diCarpi (MO). L’occasione era una di quelle decisamente difficili da affrontare. Riunitici nei meravigliosi uffici di CommandGuru, giovane startup che ospitava la manifestazione, ci siamo trovati a dover realizzare un’app per iPhone in una notte, beBold, per poi sottometterla all’App Store di Apple.

Molto semplice come da copione le funzionalità, per via del pochissimo tempo a disposizione, la nostra si doveva configurare come una di quelle applicazioni reminder quali la bellissima WunderList e la recentePromemoria di Apple. Solo che l’app scelta dai ragazzi di CommandGuru (CG) era pensata un po’ in prospettiva, visto che i cosiddetti achievements possono comprendere diverse sfere umane (famiglia, finanza, formazione,  salute, casa, lavoro, spiritualità, viaggi). Infatti si può aggiungere, modificare o segnare come fatto uno di questi obiettivi stabiliti dall’utente (ad esempio: Conoscere il Dalai Lama in spiritualità, ecc.) da completare nell’arco di una vita.

Aldilà dell’esperienza in sé decisamente stimolante e formativa, è bello vedere un’app a cui hai dato il tuo personale contributo finire nell’App Store, dopo appena una notte di lavoro. Il consiglio è decisamente quello di provarla e di fornire un feedback agli sviluppatori, anche perché beBold è gratuito .Per questo vi rimando al video della nottata e al link dell’app su App Store. In attesa di avere a disposizione il codice disponibile su GitHub alla pagina di CG, ringrazio tutti i ragazzi che hanno contribuito alla stesura dell’applicazione e tutti i ragazzi di CommandGuru che hanno fatto in modo (totalmente a spese loro) che l’applicazione sia stata rilasciata.

beBold on App Store

Di seguito i nomi:

Alessio Zito Rossi, Gabriele Contilli, Paolo Ladisa, Simone Kalb, Il Malvagio Dottor Prosciutto (!), Giovanni Lodi, Riccardo Soffritti, Andrea Gelati, Daniele Conti, Francesca Guadagnini, Martino Bonfiglioli, Tommaso Tani, Mattia Toso, Luca Ferrari, un grazie a tutti, ragazzi.